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SALA CARMELI

Quando Pier Paolo Pasolini affermò che leggere, la cosa più bella al mondo da fare in gioventù, fa arricchire dentro, di certo non si sbagliava. E per un buon studente del liceo duca, come non provare interesse e ammirazione per la famosissima sala Carmeli? Il complesso bibliotecario è stato voluto da Michelangelo Carmeli, già frate francescano, professore di teologia e lingue orientali all'università di Padova. Il frate, nato a Cittadella nel 1706, si mise in evidenza per le sue doti letterarie fin da giovanissimo, e si recò a Roma per studiare greco, ebraico e altre lingue orientali. Grazie a numerose amicizie, fra cui anche il futuro doge Marco Foscarini, riuscì ad ottenere ingenti somme di denaro per progettare e costruire uno spazio culturale nuovo ed efficiente, accessibile a tutti, laici compresi. Stanziò anche numerosi fondi per restaurare le opere d'arte della chiesa di san francesco, situata nell'omonima via, e del convento annesso, dove ora sorge buona parte del nostro complesso scolastico. Nel 1753, quindi, cominciarono i lavori della biblioteca, progettati dal Veneziano Andrea Camerata. Fu utilizzata un'area perimetrale costituita nel 1755 che comprende al piano inferiore, un porticato e le stanze adibite all'abitazione del Carmeli, mentre al piano superiore la vera e propria biblioteca. La biblioteca è decorata e dipinta da Giuseppe Le Gru, ed è un'allegoria e un elogio alla sapienza. Al centro del soffitto è affrescato il monte Parnaso. Si distinguono anche: una fonte di acqua, Apollo che suona una cetra e il cavallo Pegaso. Essi, in perfetto stile illuminista, vogliono rappresentare l'unione del sapere sacro e del sapere profano. Una scritta recita "bevi o vattene!" monito ad approfittare della ricchezza del luogo. Nelle quattro lunette angolari, sottoforma di putti, sono rappresentate l'architettura, la pittura, la musica e la scrittura. Negli altri medaglioni li vicino, sono rappresentate la retorica, la filosofia, l'intelletto, l'amore per la virtù, lo studio, la matematica, la teologia, la grammatica, la poesia, l'ingegno, la storia e l'etica. In quattro nicchie sono disposti i busti in gesso di Dante, Omero, Cicerone e Mosè. 

Le scaffalature che contenevano sessanta mila libri sono suddivise in due piani, chiuse con doppie ante ferree e lesene di stile dorico. 

Con la morte del Carmeli prima, e con l'avvenuta di Napoleone poi, l'immenso e prestigioso patrimonio culturale della biblioteca fu distribuito e venduto all'asta, a partire dal 1871. 

Fino al 1955 la sala era adibita ad aula magna del duca, ma a seguito di un incendio si dovettero eseguire numerosi ed ingenti interventi di restauro, soprattutto sul soffitto. Grazie all'impegno del nostro preside e ai contributi della cassa di risparmio di Padova e Rovigo, dal 2011 la città può godere di uno spettacolare ambiente dove si eseguono concerti, presentazioni di libri, addirittura matrimoni.



di Gabriele Segato uscita n.2 a.s. 2018-2019, febbraio 2019



Veduta interna della Sala Carmeli




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